L’OPERA DEI PUPI
Storie d’armi e d’amori
L’Opera dei Pupi, il teatro della tradizione siciliana, risale alla prima metà del XIX secolo e da allora non ha mai smesso di affascinare il pubblico siciliano e non solo. Il Teatro dei Pupi mette in scena storie della letteratura cavalleresca medievale e rinascimentale che traggono spunto dal ciclo carolingio. Il primo a raccogliere tutte le leggende, le imprese e gli amori dei cavalieri di Carlo Magno e i suoi nemici fu il maestro palermitano Giusto Lodico alla fine dell’Ottocento. Così facendo, Lodico compì un’operazione culturale di portata storica con la sua raccolta in 13 volumi intitolata “Storia dei paladini di Francia“. La sua raccolta divenne “‘U Libru” per molti siciliani, soprattutto meno abbienti e non alfabetizzati, che, attratti dal Teatro dei Pupi, impararono anche a leggere e scrivere.
Da allora, la tradizione dell’Opera dei Pupi subì una battuta d’arresto durante le guerre mondiali e di certo risentì dell’avvento della tecnologia e della varietà delle proposte di svago degli ultimi decenni. Fortunatamente però, nonostante gli anni bui dei conflitti e della crisi, l’Opera dei Pupi non ha mai esaurito del tutto la sua funzione. L’ha custodita e trasformata vestendola del pregio della tradizione. Molteplici sono ancora le famiglie pupare in attività, ma per tecniche di costruzione, misure dei Pupi, testi teatrali e recitazione si distinguono almeno tre filoni principali: la scuola palermitana, quella catanese e quella siracusana.